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GEOGRAFIA - ITALIA - TRENTINO-ALTO ADIGEO ADIGE

PICCOLO LESSICO

Broz

E' la forma dialettale di "barroccio", un carretto, di solito a due ruote, usato per il trasporto di legnami, concimi e materiali vari. Un tempo era adoperato su tutti i tipi di terreno grazie ad alcuni accorgimenti che lo rendevano adatto a tutti i tragitti di montagna.

Canederli

Piatto tipico tirolese i Kn&oumldel, palline cotte in acqua bollente, sono fatti di pane raffermo bagnato nel latte e guarniti di prezzemolo, tuorlo d'uovo, lardo o speck e salsiccia a pezzi. Talvolta gli ingredienti cambiano di zona in zona così si possono gustare canederli a base di carne o a base di formaggio, o addirittura dolci a base di frutta.

Concilio di Trento

Fu il nono concilio ecumenico, che si propose dapprima la pacificazione con i protestanti e finì per ribadire e precisare la dottrina cattolica sui punti controversi, attuando la riforma disciplinare del clero e riconfermando la suprema autorità del Papa. Si svolse in varie fasi: convocato a Trento da Paolo III con la bolla del 22 maggio 1542, ebbe inizio il 13 dicembre 1545; nel 1547 fu spostato a Bologna e riconvocato a Trento, da Giulio III nel 1551-52; ripreso nel 1562, si concluse nel dicembre 1563 con Pio IV. In opposizione alla dottrina protestante negò la salvezza per sola fede, la limitazione della materia di fede alle Sacre Scritture, il libero esame e condannò il disconoscimento dell'autorità papale. Venne inoltre compilato il catechismo romano.

Dolomia

Termine che deriva dal nome del geologo Déodat de Gratet de Dolomieu che per primo distinse la dolomite dalla calcite. La dolomia è una roccia semplice sedimentaria, formata da dolomite con residui di calcite, talvolta in percentuali notevoli. Presenta struttura tipicamente cristallina, notevole consistenza, grande resistenza agli agenti atmosferici, colore generalmente biancastro. La dolomia si forma nelle barriere coralline e negli atolli, dai resti di coralli per azione del cloruro di magnesio dell'acqua marina e per la presenza di carbonato ammonico. In Italia è presente in Veneto, Trentino, Sicilia e Sardegna.

Nosiola

Coltivati intorno al castello di Toblino, i vitigni di Nosiola producono un vino bianco, zuccherino, adatto ad accompagnare principalmente dolci e dessert. Chiamato anche vin santo, poiché i grappoli raccolti in autunno sono pronti nella Settimana Santa, durante la quale vengono pigiati e spremuti con il torchio, il Nosiola raggiunge una gradazione di 10-15°, grazie al prolungato riposo (5 anni) nelle botti di rovere.

&Oumltzi

E' il nome del cadavere mummificato trovato nel settembre del 1991 nella Valle &Oumltzler (Val Senales). La mummia risalente a circa 5300 anni fa (Età del Rame), pesava 15 kg circa ed era alta 160 cm. Il corpo è stato rinvenuto completamento intatto con i suoi indumenti e l'equipaggiamento: un'ascia, un pugnale, un arco e una faretra, una gerla, una rete, un ritoccatore, a dimostrazione che si trattava con ogni probabilità di un cacciatore.

Speck

Tra i prodotti gastronomici sudtirolesi più famosi, lo speck si accompagna a qualsiasi pietanza. Può essere infatti gustato da solo, accompagnato da formaggi o utilizzato come condimento. Preso dalla parte della coscia piatta del maiale, è un tipo di prosciutto magro dal caratteristico gusto forte (conferitogli dalle spezie usate nella lavorazione) e affumicato (per via della fumigazione con legno di ginepro).

Teroldego

Questo vino, gustato già nel '500 dai partecipanti al Concilio di Trento (lo storico Michelangelo Mariani in una sua opera del 1673, scrisse: "Li vini teroldeghi, che nominai ... sono muti che fan parlare..."), viene coltivato nella zona di Campo Rotaliano. Ma la sua storia è addirittura più antica, in un documento del 1310 viene menzionato come "... il vino Tiroldigho...", e appare anche in un atto di vendita del 1480. Anche l'origine del nome è piuttosto antico, e tra le varie teorie, una delle più interessanti vuole che Teroldego derivi da "Tiroler Gold", l'oro del Tirolo. Dal colore rosso rubino piuttosto intenso, a volte con sfumature violacee, e tendente al rosso mattone con l'invecchiamento, questo vino ha un profumo forte che richiama alla memoria i frutti di bosco (lampone e mirtillo). Con il suo sapore asciutto e gustoso si adatta a tutti i tipi di carne e anche ai formaggi più saporiti. Considerato il principe dei vini trentini, ha guadagnato la denominazione DOC.

Tirolo

Provincia federata (12.647 kmq; 579.000 ab.) dell'Austria meridionale, situata tra l'Italia (Trentino-Alto Adige), la Svizzera e la Germania. Prevalentemente montuosa è percorsa dai fiumi Inn, Rosano, Sill, Ziller e dal Reno. Un quarto circa del territorio tirolese è incolto; abbastanza estesi sono i pascoli, e le foreste. L'agricoltura è sviluppata sui fondivalle più ampi (frumento, segale, mais, patate; ma anche alberi da frutto: peri, peschi) e sulle pendici esposte a Sud (vite). Il sottosuolo è ricco di salgemma, il cui sfruttamento, iniziato nel Medioevo, continua su vasta scala a Hall: nel passato erano sfruttati anche giacimenti di rame e argento. Notevole lo sfruttamento delle risorse idriche e delle vaste foreste, il legname delle quali è utilizzato specialmente per la fabbricazione della carta e per la produzione della cellulosa. Le principali industrie (del legno, cemento, tessili) sono concentrate a Innsbruck, Kufstein, Landeck. Molto sviluppata, è l'industria turistica, che conta numerosi centri di fama internazionale. La popolazione rurale vive in prevalenza in masi, specie nella parte più bassa della valle dell'Inn, o in cospicui centri tra i quali si distinguono Innsbruck, Villaco, Lienz, Kufstein.

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PERSONAGGI CELEBRI

Cesare Battisti

Patriota, soldato, geografo (Trento 1875-1916). Ufficiale dell'esercito italiano, venne catturato dagli Austriaci, processato e condannato all'impiccagione che ebbe luogo il 12 luglio 1916 nel Castello del Buonconsiglio.

Damiano Chiesa

Patriota (Rovereto 1894-1916). Partecipò come volontario alla guerra del 1915-18 e divenne ufficiale dell'esercito italiano. Fu processato e condannato dagli Austriaci come traditore il 19 maggio 1916.

Alcide De Gasperi

Statista (Trento 1881-1954). Deputato al Parlamento austriaco nel 1911, fu poi tra i fondatori del Partito Popolare Italiano, di cui divenne segretario nel 1923. Rifugiato in Vaticano durante la dittatura fascista, nel 1941 riprese clandestinamente le fila del movimento cattolico: nasceva così la Democrazia Cristiana. De Gasperi ininterrottamente presidente del Consiglio dal 1945 al 1953, firmò nel 1946 l'accordo con il ministro degli Esteri austriaco Karl Gruber, che prevedeva l'utilizzo della lingua tedesca nelle scuole e negli uffici pubblici e l'autonomia legislativa ed esecutiva dell'Alto Adige.

Antonio Rosmini

Sacerdote e filosofo (Rovereto 1797 - Stresa 1855). Fu uno dei maggiori spiriti dell'Ottocento italiano. Compì gli studi a Padova. Nel 1830 pubblicò anonima la grande opera filosofica Nuovo saggio sull'origine delle idee. Subì persecuzioni dall'Austria per le sue idee favorevoli all'unità e indipendenza d'Italia, alla libertà dei popoli, alla riforma della Chiesa. Nel 1840 pubblicò il Trattato della coscienza morale che fu oggetto di viva polemica. Fu amico di varie personalità del tempo: Tommaseo, Manzoni, Cavour. Tra le altre opere: Introduzione alla filosofia, Il rinnovamento della filosofia in Italia, Teodicea.

Giovanni Segantini

Pittore (Arco 1858 - Engadina 1899). Allievo all'Accademia di Brera di G. Carmignani, fu influenzato dall'ambiente milanese e dalla tradizione romantica lombarda. Esordì dipingendo nature morte, vedute e soggetti d'ispirazione letteraria. Il Coro di S. Antonio del 1879 ebbe un certo successo. Nel 1880 si stabilì in Brianza dove acquisì nuove caratteristiche: schiarì la tavolozza e si concentrò maggiormente sulla luce. Le opere successive, eseguite durante il soggiorno a Savognino (1886-94) mostrano la raggiunta maturità stilistica. I suoi ultimi dipinti, densi di riferimenti simbolici, furono eseguiti nell'isolamento delle montagne dell'Engadina.

CENTRI MINORI

Arco

(14.500 ab.). Centro in provincia di Trento. Situato sulla destra del Sarca, in una fertile piana alluvionale, coltivata a gelsi, viti e olivi, sorge su di una roccia coronata dalle imponenti rovine di Castel d'Arco. In passato Arco è stato Kurort, meta della nobiltà austriaca. Il castello, eretto con finalità difensive, con tutta probabilità prima dell'anno Mille, fu dimora dei conti d'Arco, che lo abbandonarono tra la fine del '400 e gli inizi del '500. Nel Seicento l'antico maniero fu fatto ristrutturare: dal 1665 al 1675 il maestro Stefano Voltolino e i suoi collaboratori compirono notevoli interventi di restauro. Ma nel 1703 le truppe francesi presero d'assalto la città, la saccheggiarono e arrecarono ingenti danni anche al castello. Degni di nota sono anche la chiesa della Collegiata, alcuni palazzi, la chiesa di S. Apollinare e l'eremo di S. Paolo.

Bressanone

(18.030 ab.). Centro in provincia di Bolzano. Importante stazione climatica, frequentata sia nella stagione estiva sia in quella invernale. Si trova sulla riva destra dell'Isarco. Centro agricolo (bestiame, latticini, foraggi). Nel 827 era chiamata Pressena, poi Brixina da cui derivò l'italiano Bressanone e il tedesco Brixen. Nel 901 l'imperatore Ludovico il Fanciullo la concesse al vescovo di Sabiona, da allora divenne città simbolo del potere temporale dei principi vescovi. Il centro abitato risale alla prima metà dell'XI secolo, quando furono innalzate le mura. Nel 1525 fu coinvolta nella guerra dei contadini e nel 1797 fu occupata per breve tempo dalle truppe francesi. Dopo essere passata nelle mani del governo della Baviera prima (1806) e in quelle austriache dopo (1814), divenne territorio italiano dal 1918. Degni di nota sono alcuni antichi monumenti, tra cui il Duomo, serrato tra due alte torri campanarie e slanciato verso l'alto, era di origini ottoniane (X sec.) ma fu rifatto da Giuseppe Delai in chiave barocca (1745-1754; l'interno a navata unica, abbellito da 33 tipi di marmi diversi, è decorato da affreschi pregevoli. Notevole è il chiostro del Duomo, in stile romanico, realizzato dopo il 1174 e modificato nel 1370 con volte a crociera, custodisce affreschi del periodo dal 1390 al 1500 con pregiate opere della pittura murale tardo-gotica); la chiesa di San Giovanni, romanica, dove nel 1080 venne eletto l'antipapa Clemente III; la chiesa di San Michele, anch'essa in stile romanico dell'XI secolo (il coro gotico ed il campanile, chiamato Torre bianca, sono invece del XV secolo, mentre la navata tardo gotica è del 1500. Barocchizzata dopo il 1750 con affreschi); il Palazzo vescovile, in passato residenza dei signori di Bressanone, eretto per la prima volta nel XIII sec. a ridosso della vecchia cinta muraria, in seguito più volte ristrutturato (il cortile interno è chiuso da logge rinascimentali disposte su tre piani, le facciate sono barocche e il portale in marmo. All'interno si trova il Museo Diocesano, che custodisce opere tipiche dell'arte altoatesina dal Medioevo all'800 avanzato e ospita una collezione di presepi databili tra '700 e '900 e provenienti da tutto il mondo).

Il duomo di Bressanone (Bolzano)

(13.480 ab.). In tedesco Bruneck.

Centro in provincia di Bolzano.

Si trova a 835 m s/m nella valle della Rienza.Ricca di prati e di boschi di abeti.

È il principale centro commerciale della Pusteria.

Il clima è mite.

Nei pressi di Brunico sono i bagni di Anterselva, di Ramwald e della selva di Ilstern; a Nord sbocca la valle di Tures.

Importante centro climatico estivo.

Nel 1091 l'imperatore Enrico IV donò al vescovo Altwin di Bressanone una contea della Val Pusteria, che comprendeva anche l'area del futuro borgo.

Verso la metà del XIII sec. (1251) il principe-vescovo di Bressanone Bruno von Bullenstätten e Kirchberg, fissò qui la sua residenza estiva, e per proteggere i suoi possedimenti fece costruire un castello: pose così la prima pietra per la fondazione della città, che porta quindi il nome del suo fondatore.

Il nome Brunico fu menzionato per la prima volta in un documento ufficiale nel febbraio del 1256.

All'epoca la città era costituita solamente da case allineate su due file che formavano un'unica via adiacente al colle del castello; una grande piazza, detta Piazza della Dogana, era il fulcro della vita cittadina, poiché qui venivano depositate, pesate e sdoganate le merci che passavano dal borgo.

Durante il principato del vescovo Albert von Enn (1324-1336) furono ultimati il muro di cinta ed il fossato.

Ben presto anche oltre la porta orientale furono costruite delle nuove case. Tra il XIV e il XV secolo Brunico divenne una città alquanto florida: lo sviluppo del commercio tra Augusta e Venezia raggiunse la massima prosperità e gran parte delle merci trasportate attraverso la Val Pusteria si fermavano in Piazza della Dogana.

Nel 1500 quando la Val Pusteria passò sotto il governo tirolese per diritto di successione tra gli Asburgo ed i conti di Gorizia, Brunico rimase territorio vescovile.

Nell'aprile del 1723 un grosso incendio scoppiò nei pressi del quartiere Ragen, e le fiamme, alimentate da un forte vento distrussero quasi tutti gli edifici della città.

Fortunatamente le guerre napoleoniche non arrecarono alcun danno materiale, e anche durante la prima guerra mondiale Brunico non subì l'assalto dei fuochi nemici, mentre i bombardamenti avvenuti durante il secondo conflitto mondiale fecero molte vittime e causarono ingenti danni.

Nei decenni successivi la città si è estesa considerevolmente e l'aumento notevole della popolazione, determinato dalla realizzazione di nuove zone industriali e dalla nascita di imprese artigianali, negozi ed abitazioni, ha provocato un certo benessere.

Tra i monumenti si ricorda l'omonimo castello, che come la città ha preso il nome dal suo fondatore (tuttora proprietà del vescovo di Bressanone; numerosi furono gli interventi di ristrutturazione; nel cortile rimangono affrescati alcuni stemmi dei diversi vescovi); la chiesa del Salvatore alle Orsoline eretta nel XV sec. sulla cerchia muraria della città (all'interno pregevole è l'altare maggiore neogotico che ingloba tre rilievi in legno policromo di derivazione boema; 1430 circa); la parrochiale di Nostra Signora in stile neoromanico, ricostruita nel 1853 (degni di nota sono gli affreschi interni, tra cui un Crocifisso sull'arcata a destra del presbiterio e il gruppo di Cristo portacroce col cireneo, lungo la navata sinistra).

Canazei

(1.819 ab.). Centro in provincia di Trento, a 1465 m s/m, sulla destra dell'Alvisio. Situato in zona amena e pittoresca, è località di interesse alpinistico e sciistico. Attrattiva maggiore sono le Dolomiti.

Madonna di Campiglio

(1.522 ab.). Rinomato centro di soggiorno in provincia di Trento, frazione di Pinzolo.

Turismo estivo e invernale.

Nell'area dell'attuale abitato sorgeva già alla fine del XII sec. un ospizio-monastero, che fu demolito nel 1872 dopo che Giovan Battista Righi acquistò i terreni della zona dal Capitolo di Trento e fece costruire in poco tempo un albergo e una strada che collegava Pinzolo a Madonna.

Il paese divenne ben presto una stazione turistica elegante e alla moda, meta favorita dell'alta borghesia d'Oltralpe e oggi degli appassionati di sci italiani.

Nella chiesa neogotica di S. Maria (1895) si può ammirare un trittico del secondo Quattrocento, con portelle dipinte e tre statue.

Merano

(33.638 ab.). In tedesco Meran. Città in provincia di Bolzano, a 323 m s/m allo sbocco della Val Passiria nell'ampia valle dell'Adige.

Attrezzatissima stazione climatica e centro di soggiorno, ha nel turismo, oltre che in alcune industrie collegate con l'agricoltura della regione circostante, la principale risorsa.

Di antiche origini deriverebbe da un Castrum Maiense, fondato da Druso intorno al 15 a.C., al confine con la Rezia.

Nell'Alto Medioevo la cittadina dipese per qualche tempo dai conti di Venosta, in seguito passò nelle mani dei conti del Tirolo, che la fecero centro del loro dominio e nel 1217 vi istituirono una celebre zecca.

Nel 1363 gli Asburgo diventarono signori della zona e quando la residenza dei conti fu trasferita ad Insbruck, la città perse la sua importanza. Merano partecipò attivamente alla rivolta dei contadini del 1525.

Nell'800 la città, prima possedimento bavarese e poi austriaco, divenne Kurort, meta dei gotha della nobiltà d'Oltralpe. In poco tempo furono costruiti splendidi alberghi, il Kurhaus, chiese di ogni confessione religiosa e ville.

Nel novembre 1918 fu occupata dalle truppe italiane.

Degne di nota sono la Cattedrale gotica (XIV-XV sec.) dedicata a S. Nicolò nel 1263 e riedificata in stile gotico (il campanile venne ornato a fine '400 da un'enorme statua di S. Cristoforo, mentre una statua di S. Nicolò è posta sul fianco destro; all'interno due vetrate e l'altare a sportelli sono del XV secolo);

il Castello del XII sec. ricostruito nel 1480; la chiesa di S. Spirito, antico ospedale eretto nel '200 e spazzato via dalla furia del torrente Passirio;

la chiesa di S. Maria del Conforto originaria del XII secolo, ma più volte rimaneggiata.

Da ricordare anche il Kurhaus, uno dei più bei edifici liberty in tutto l'arco alpino, realizzato su progetto dell'architetto viennese Friedrich Ohmann nel 1914 (il salone può ospitare oltre mille persone, di particolare prestigio il Pavillon des Fleurs, 1874);

il Teatro Puccini, costruzione in cui si fondono elementi costruttivi classicheggianti e decorazioni floreali, relizzato nel 1900 su progetto di Martin Düfler, il più fantasioso architetto del Liberty tedesco.

La città offre la possibilità di effettuare diverse passeggiate, tra le quali la più nota è il Sentiero di Sissi, così chiamato in onore dell'imperatrice austriaca assidua presenza a Merano.

Il percorso che collega il centro cittadino ai giardini di castel Trauttmansdorff, passando tra ville signorili ed eleganti parchi, si snoda lungo angoli caratteristici e si articola in undici diverse tappe (Castel Trauttmansdorff, Castel Pienzenau, Castel Rubein, la residenza Reichenbach, piazza Fontana, Castel Rottenstein, l'Hotel Bavaria, il Ponte Romano, la Wandelhalle, il Parco di Sissi, la Promenade e il Kurhaus), ciascuna delle quali legata storicamente ai soggiorni meranesi delle famiglie imperiali e alla fama che la città del Passirio conobbe nel XIX secolo.

Il Castello Trauttmansdorff fu fatto costruire dall'omonimo conte su alcune rovine di epoca medioevale.

In questo maniero alloggiò per due volte anche l'imperatrice Sissi, che si fermò a Merano per una cura invernale.

All'interno un museo racconta 200 anni di storia del turismo nel Tirolo, ma sono gli splendidi giardini, nei quali sono riunite piante di tutto il mondo, che meritano senza dubbio una visita.

Merano: Castel Winkel

Merano: Castel Winkel

Ortisei

(4.562 ab.). In tedesco Sankt Ulrich.

Centro turistico in provincia di Bolzano, a 1.234 m s/m, nella Val Gardena. Le case si trovano fino ai 1.300 metri circa, al di sopra si estende il bosco del Rasciesa. Allevamento. Silvicoltura. Industria alberghiera.

Artigianato del legno.

Il nome "Urtij&eumli", in ladino, deriva dall'antico maso Ortiseyt (1288 d.C.) che nel passato si trovava al centro dell'insediamento. Dal 350 circa al 700 d.C. Ortisei fu teatro delle immigrazioni del popolo tedesco e dei Baiuvari.

Le attività principali furono per molto tempo l'allevamento del bestiame e l'agricoltura, successivamente nel XVII secolo nacque l'artigianato artistico gardenese, che determinò lo sviluppo, nei secoli successivi, di un intenso commercio e anche di una notevole esportazione dei prodotti tipici all'interno della nazione e all'estero.

Nel XX secolo il turismo, soprattutto quello invernale, è diventato la maggior risorsa dell'economia, e oggigiorno impiega il 60% della popolazione. Degne di nota sono le chiese di San Uldarico (l'edificio, i cui lavori furono ultimati nel 1796, ha subito numerosi rimaneggiamenti ed è stato ampliato più volte);

Sant'Antonio (il primo documento che parla di una chiesa dedicata a Sant'Antonio è datato 1430, ma la chiesa, che ha subito diversi rifacimenti, fu costruita con tutta probabilità nel 1676 sulle macerie della omonima cappella edificata dieci anni prima);

Sant'Anna (chiesetta posta all'interno del cimitero di Ortisei, risale al '400 e fu ristrutturata per la prima volta alla fine del '700); San Giacomo (costruita probabilmente nel XIII sec. sulle fondamenta di un più antico luogo di culto, fu più volte restaurata).

Importanti sono i resti del castello di Stetteneck in Val d'Anna sulla Collina di Pincan, ai piedi del Monte Balest, riportati alla luce nell'estate del 2000.

La fortezza, che risale al XIII secolo, era probabilmente lunga 50 m e circondata da un muro di cinta di circa 60 m e largo 1,8 m.

Dagli scavi sono riemersi una punta di freccia di balestra, una pedina da gioco, frammenti di bicchieri e di lampade ad olio, acciarini in selce, cocci di vasi e molte ossa di animali.

Riva del Garda

(14.734 ab.). Centro in provincia di Trento, all'estremità Nord e porto principale del lago di Garda. Produce ulivi, viti, frutta, mais. Attivo commercio, pesca. Varie industrie, cave di pietra arenaria. Stazione climatica estiva. Vanta ameni dintorni (cascata del Ponale, cascata del Varone). Già in epoca romana Ripa fu importante centro commerciale. Soggetta a vari domini dopo il declino dell'Impero romano, nel 1207 fu donata, con la Contea Tridentina, da Corrado II il Salico al Vescovo di Trento. Dal 1348 al 1388 cadde nelle mani degli Scaligeri, che fecero costruire il Palazzo Pretorio e i Portici. Successivamente passò sotto il dominio dei Carraresi e dei Visconti. Dopo un breve ritorno alla giurisdizione del Principato Trentino, nel 1440 fu conquistata dalla Repubblica di Venezia e rimase parte dei suoi domini fino al 1509. Venezia, alla quale si deve la costruzione del Palazzo Municipale (1475), considerò la città un importante punto strategico e per questo motivo le concesse vari privilegi e favorì lo sviluppo di numerose industrie. Dopo la battaglia di Ghiaradadda Riva diventò territorio imperiale, fino alla restituzione di Carlo V al Principato vescovile al quale rimase fino al 1803. Nel 1806 venne annessa alla Baviera e nel 1810, con il trattato di Parigi, divenne territorio del napoleonico Dipartimento Italico dell'Alto Adige. In seguito al Congresso di Vienna fu assegnata, come tutto il Trentino, all'Austria, diventando parte della Contea principesca del Tirolo. Nel novembre 1918, dopo essere stata ripetutamente bombardata e la sua popolazione evacuata in Boemia e Moravia (maggio 1915), fu teatro dello sbarco dal lago delle truppe italiane che la unirono al Regno d'Italia. Dal 1943 al 1945 entrò a far parte dell'Operationszone dell'Alpenvorland, cioè della Zona di Operazione delle Prealpi e, come tale, era destinata a diventare parte del III Reich. Nel giugno 1944 un gruppo di suoi cittadini, in gran parte studenti, venne barbaramente trucidato dai nazisti. Negli ultimi sessant'anni la città si è espansa parecchio verso la sua periferia. Ha importanti monumenti: la Rocca del 1124 (già al tempo degli Scaligeri esempio di castello-fortezza, circondato da un ampio fossato; all'interno il Museo Civico conserva quadri, affreschi e sculture compresi fra il '400 e il '900) ridotta a caserma nel 1850; il Palazzo Pretorio (1375) eretto dagli Scaligeri; il Palazzo del Municipio (1482) con la Torre Apponale del XIII sec. (la torre costruita a difesa dello scalo sul lago, trae nome dal porto di Ponale, che le si trovava di fronte, ed è sormontata da un angioletto, che è diventato il simbolo di Riva); la chiesa dell'Inviolata (1603-1636) commissionata dai Madruzzo, vescovi principi di Trento, doveva conservare un affresco della Vergine, considerato miracoloso (l'interno a pianta ottagonale rispecchia lo spirito della Controriforma); resti della porta bruciata, e della chiesa di San Rocco distrutta durante la prima guerra mondiale, ma edificata nella seconda metà del XVI sec. (oggi si conserva solo l'abside settecentesca adorna di pregevoli stucchi); il Palazzo Maffei con ricca e interessante pinacoteca.

Veduta di Riva del Garda

Veduta di Riva del Garda

Rovereto

(34.592 ab.). Cittadina in provincia di Trento, sulla sinistra dell'Adige, a 205 m s/m, nel punto di maggior larghezza della Val Lagarina, allo sbocco della Vallarsa.

La regione circostante è coltivata a vigneti, cereali, patate.

È il primo centro industriale del Trentino (manifattura, tabacchi, cotonificio, cartiere, fabbricazione di lenti e occhiali, serramenti).

Dalla metà del XII secolo la cittadina fu governata dai signori di Lizzana, in seguito passò sotto i signori di Castelbarco.

In questo periodo fu cinta da mura e fortificata con la costruzione del castello.

Contesa dai Veneziani e Tirolesi, per la posizione strategica sulla via da Verona a Trento, nel 1415 fu occupata dai Veneziani che la tennero per circa un secolo.

Nel giugno 1507 le truppe dell'imperatore Massimiliano occuparono la città, che passò nelle mani degli Austriaci.

Nel 1564 fu annessa al Tirolo e successivamente divenne sede di capitanato.

Nel XVIII secolo fu importante per il commercio soprattutto grazie alla produzione della seta (già in tempi antichi venivano allevati bachi e coltivate piante di gelso), e notevole centro culturale (Mozart tenne proprio a Rovereto i suoi primi due concerti italiani;

inoltre nel 1750 fu fondata l'Accademia degli Agiati).

Danneggiata pesantemente durante la prima guerra mondiale, Rovereto fu in seguito rapidamente ricostruita.

Conserva resti delle antiche mura e del castello, fatti costruire tra il XIV-XV sec. dai signori di Castelbarco e più volte rimaneggiati sia dai Veneziani che dai Tirolesi.

La fortezza ospita al suo interno il Museo Storico Italiano della Guerra.

Degni di nota sono anche il Palazzo Pretorio (originario del XV sec. fu rimaneggiato tra il '500 e il '700) utilizzato come municipio, la chiesa di San Marco dall'interno barocco (XVII sec.), la Torre civica eretta nel 1500 su una delle porte della cerchia muraria.

La Casa Museo Depero di Rovereto è un museo-archivio interamente dedicato all'artista Fortunato Depero.

Fu progettato ed allestito dallo stesso Depero in un edificio di origine medievale che dal 1545 era la sede del Monte di Pietà.

Il MART, Museo d'Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, è una delle strutture più originali d'Italia.

Aperto al pubblico nel 2002 da un progetto iniziato nel 1987-88, si sviluppa su 12.000 mq dei quali ben 6.000 riservati all'arte del XX e XXI secolo.

Di grande interesse è inoltre l'imponente Campana dei Caduti.

Fusa con il bronzo dei cannoni di tutte le nazioni che parteciparono al primo conflitto mondiale, è la più grande campana esistente al mondo.

Fu inizialmente issata sul torrione Malipiero del castello di Rovereto e dal 1965 è situata sul Colle Miravalle.

Suona cento rintocchi ogni sera, avvertiti da ogni lato della città.

Sulla sommità del Colle Castel Dante, a pochi chilometri del cetro storico della cittadina, sorge il Sacrario Militare di Castel Dante.

Costruito nel 1936, custodisce le spoglie di oltre 200.000 combattenti della prima guerra mondiale di nazionalità italiana, austriaca, ceca, slovacca e ungherese.

Rovereto diede i natali al sacerdote filosofo Antonio Rosmini, e in suo onore è la statua vicina alla casa nativa, visitabile.

Vipiteno

(5.800 ab.). In tedesco Sterzing.

Centro in provincia di Bolzano, nella valle dell'Isarco, a 948 m s/m.

La storia della cittadina si mescola con quella della contea (Vallis Norica), che nel X sec. comprendeva tutta l'area lungo il fiume Isarco e quella lungo la Wippe.

Nel 1207 la contea passò nelle mani del vescovo di Bressanone e successivamente in quelle del governo tirolese.

Anche in seguito la zona fu a lungo contesa. Nel XVI sec. i banchieri Fugger, di Augusta, fecero un grosso investimento sulle miniere delle montagne circostanti il paese.

In breve tempo oltre 10.000 lavoratori affollarono la zona e ciò determinò un certo benessere, che tuttavia venne meno nel XVIII sec. quando l'industria mineraria subì un crollo.

Oggi Vipiteno è una rinomata stazione turistica e di sport invernali.

Il centro offre pregevolezze storico culturali: la Torre delle Dodici, alta 46 metri, ed eretta nel lontano 1470 (nel 1867 un incendio distrusse il rosso puntale del tetto che fu sostituito con un frontone a scalini di pietra), è il simbolo di Vipiteno e separa la città vecchia da quella nuova.

Alcuni resti di monumenti di epoca romana sono custoditi all'interno del Municipio, che fu rimaneggiato ed arricchito con il caratteristico ed elegante "erker" (il complesso architettonico del Palazzo municipale, considerato oggi uno dei più belli di tutto il Tirolo, fu acquistato dalla città nel 1468).

Il reperto romano più rilevante è la stele di Mitra, ritrovata in una caverna rocciosa nei pressi di Mules, sulla vecchia Via Romana.

La stele, altare d'epoca romana consacrato al dio persiano Mitra, è conservato nel cortile del Municipio.

Il miliario stradale romano (l'originale si trova a Bolzano) risale all'epoca dell'imperatore Settimio Severo che nel 201 d.C. fece costruire la Via Romana (fu ritrovato nel 1979 durante alcuni lavori di ristrutturazione nella città nuova).

Degni di nota sono anche la chiesa del S. Spirito, all'interno della quale sono conservati affreschi di Giovanni da Brunico (1415);

il Palazzo dell'Ordine Teutonico con il Museo civico Multscher, che custodisce la maggior parte delle più significative pale dell'altare tardo gotico del pittore e scultore di Ulm, Hans Multscher (1459);

la parrocchiale, considerata una delle più di tutto il Tirolo, in stile romanico, nominata per la prima volta nei testi del 1233, quindi di origine molto antica (il lato nord della navata principale custodisce la stele di Postumia Victorina, pietra funeraria romana venuta alla luce nel 1497 nel corso degli scavi per le fondamenta della chiesa parrocchiale).

Numerosi e particolari sono gli "erker" che adornano le vie cittadine.

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